Soggetti produttori
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Comitato Provinciale Area Pratese poi Associazione Culturale Comitato Provinciale Area Pratese
forma autorizzata Comitato Provinciale Area Pratese poi Associazione Culturale Comitato Provinciale Area Prateseestremi cronologici 1955 -storia Istituito al fine di favorire con varie iniziative la nascita della Provincia di Prato. Dopo la costituzione della Provincia l'eredità culturale e documentaria del Comitato è stata raccolta dall'Associazione Culturale Comitato Provinciale Area Pratese che ne ha proseguito le attività.sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Commissariato di Pubblica Sicurezza di Prato
forma autorizzata Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pratoestremi cronologici 1946 -storia L'Amministrazione di pubblica sicurezza viene istituita nel 1848 nel Regno di Sardegna e posta alle dipendenza del Ministro segretario di stato per gli affari dell'Interno. L'Amministrazione venne riorganizzata con la legge 11 luglio 1852 n.1404 con cui venjne creato il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza ad ordinamento di tipo militare ed alle dirette dipendenze del Ministero dell'Interno. Le funzioni di pubblica sicurezza attribuite al corpo, esercitate dopo l'unità d'Italia in tutto il territorio, saranno mantenute fino all'attuale Polizia di Stato, della quale è erede. Il Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza, ad ordinamento militare, è parte delle Forze Armate di stato, ed è articolato in Forze Territoriali impiegate nelle Questure, nei Commissariti e negli Uffici di P.S., in Forze Speciali e in Forze Mobili. Il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Prato viene istituito all'indomani della seconda guerra mondiale.sede Pratoarea geografica Prato e provincialivello di completezza minimalcomplessi archivistici
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Compagnia del Pellegrino alias della Morte
forma autorizzata Compagnia del Pellegrino alias della Morteestremi cronologici 1588 - 1783storia Fondata nel maggio del 1588 da trenta cittadini pratesi di ritorno da un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto. Essi costruirono anche una chiesa, oggi di dominio del Collegio Cicognini, per le riunioni della confraternita. La Compagnia ebbe, fra i vari scopi benefici, quelli di accompagnare i poveri alla sepoltura e gli infermi all'ospedale, svolgendo una grande attività durante la guerra dei Trent'anni. A quest'epoca risale la costruzione del cimitero fuori Porta Fiorentina su di un terreno donato dal Granduca a tale scopo. Fu soppressa con motuproprio del 6 luglio 1783 ed il suo patrimonio passò prima alla chiesa della Beatissima Vergine del Giglio e poi nel Patrimonio Eccleasiastico. Per le numerose ed insistenti petizioni inviate al Granduca da cittadini pratesi, la Compagnia venne ricostituita nel 1791 conil nome di Confraternita della Misericordia sotto il titolo di Maria Santissima Assunta in cielo.sede Pratoarea geografica Pratofonti M. Pampaloni, "Notizie storiche della Compagnia della Misericordia detta del pellegrino di Prato, Prato, 1875; D. Sarti, "La venerabile arciconfraternita della Misericordia", in "Studi e memorie pratesi", Prato, 1933, pp. 247-259.complessi archivistici
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Comparini
forma autorizzata Compariniestremi cronologici secc. XV - XVIIstoria Le origini di questa famiglia risalgono a Antonio di Iacopo detto Comparino, segnato nel catsto del 1428-1429 come nullatenente. Il nipote di questi, Girolamo di Nanni, si dedicò all'arte dei berrettai e suo figlio Andrea, mercante di lana, è addecimato nel 1543. La famiglia Comparini si estinse con Domenico di Girolamo di Andrea, addecimato nel 1621.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p. 354complessi archivistici
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Comune di Prato
forma autorizzata Comune di Pratoestremi cronologici sec. XII -storia Già dotato di propri consoli nella prima metà del XII secolo, epoca a cui risalgono le prime lotte contro il Comune e contro il vescovo di Pistoia che ne minacciavano lo sviluppo e l'autonomia. Costretto ad appoggiarsi a Firenze ne fu vassallo fino a quando non si sottopose alla signoria degli Angiò. Nel 1351 la regina Giovanna di Napoli lo vendette alla Repubblica fiorentina ed il Comune perse ogni autonomia politica, pur mantenendo proprie magistrature. A seguito della riforma amministrativa voluta dal granduca Pietro Leopoldo alla fine del XVIII secolo, divenne sede di una Comunità. Divenuto Mairie nel 1808, a seguito dell'annessione della Toscana all'Impero Francese, Prato tornò sede di comunità con la Restaurazione. A seguito della Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 22 marzo 1865 n.2248 d'Italia Prato è divenuto sede di un moderno comune.sede Pratoarea geografica Pratofonti R. Caggese, "Un comune libero alle porte di Firenze nel sec. XIII (Prato), Firenze, 1905; G. Bisori, "Gli ordinamenti di un comune toscano nei primi del 1500", in Archivio Storico Pratese, V (1925), pp. 104-120 e 157-164; VI (1926), pp. 130-158; VII (1927), pp. 67-94; "Storia di Prato", voll. I-III, Prato, 1980 (Cassa di Risparmi e Depositi di Prato"; "Prato storia di una città", a cura di Giovanni Cherubini, voll. I-IV, Firenze, Le Monnier, 1991.complessi archivistici
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Comune di Vernio
forma autorizzata Comune di Vernioestremi cronologici sec. XII-storia Il territorio dell'attuale Comune di Vernio, collocato lungo una delle principali vie di comunicazione che per tutto il medioevo collegarono il territorio pratese a quello padano, fu tra quelli assegnati dall'imperatore Berengario ai Cadolingi nel 915. Agli inizi del XII sec. Vernio e Mangona passarono in eredità dai Cadolingi agli Alberti da Mangona, che assunsero il titolo di Conti di Vernio. Nel 1332 il feudo fu acquistato dai Bardi, che ottennero il vicariato imperiale nel 1355. Il Feudo dei Bardi sopravvisse, come ultimo residuo del potentato feudale pratese, fino al 1797, quando questo territorio fu annesso alla Repubblica cisalpina. Divenuta sede di Mairie nel 1808, con la restaurazione Vernio fu definitivamente unita al Granducato di Toscana divenendo sede di una Comunità. In questo periodo fu anche sede di una podesteria (con sede a Mercatale), poi annessa al Vicariato Regio di Prato. A seguito dell'Unità d'Italia, Vernio divenne sede di Comune.sede Vernioarea geografica Verniofonti "Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia diretta da Luigi Schiaparelli", vol. I, Provincia di Firenze, parte I, Prato, a cura di R. Piattoli, Roma, La Libreria dello Stato, 1932, pp. 133-138.complessi archivistici
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Comune postunitario di Calenzano
forma autorizzata Comune postunitario di Calenzanoestremi cronologici 1865 -storia Con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 22 marzo 1865 n.2248, ed il relativo regolamento di attuazione dell'8 giugno, venne stabilita per la prima volta la struttura organizzativa del territorio nazionale, diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Questi ultimi andarono a sostituire le amministrazioni comunitative preunitarie con un Consiglio Comunale elettivo e una Giunta Municipale presieduta dal Sindaco, nominato dal re fra i consiglieri in carica. La Giunta era diretta espressione del Consiglio ed esercitava competenze di natura più ristretta e di carattere esecutivo. Nel 1926, con l'ordinamento comunale fascista, Consiglio, Giunta e Sindaco vennero sostituiti da un Podestà di nomina regia. Nel 1946 vennero ristabiliti i vecchi ordinamenti e con il passaggio alla Repubblica il sindaco fu nominato in seno alla Giunta. A seguito della Legge 81 del 25 marzo 1993 il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto, è membro del Consiglio e presiede e nomina la Giunta.sede Calenzanoarea geografica Calenzanocomplessi archivistici
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Comune postunitario di Cantagallo
forma autorizzata Comune postunitario di Cantagalloestremi cronologici 1865 -storia Con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 22 marzo 1865 n.2248, ed il relativo regolamento di attuazione dell'8 giugno, venne stabilita per la prima volta la struttura organizzativa del territorio nazionale, diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Questi ultimi andarono a sostituire le amministrazioni comunitative preunitarie con un Consiglio Comunale elettivo e una Giunta Municipale presieduta dal Sindaco, nominato dal re fra i consiglieri in carica. La Giunta era diretta espressione del Consiglio ed esercitava competenze di natura più ristretta e di carattere esecutivo. Nel 1926, con l'ordinamento comunale fascista, Consiglio, Giunta e Sindaco vennero sostituiti da un Podestà di nomina regia. Nel 1946 vennero ristabiliti i vecchi ordinamenti e con il passaggio alla Repubblica il sindaco fu nominato in seno alla Giunta. A seguito della Legge 81 del 25 marzo 1993 il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto, è membro del Consiglio e presiede e nomina la Giunta.sede Cantagalloarea geografica Cantagallocomplessi archivistici
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Comune postunitario di Carmignano
forma autorizzata Comune postunitario di Carmignanoestremi cronologici 1865 -storia Con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 22 marzo 1865 n.2248, ed il relativo regolamento di attuazione dell'8 giugno, venne stabilita per la prima volta la struttura organizzativa del territorio nazionale, diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Questi ultimi andarono a sostituire le amministrazioni comunitative preunitarie con un Consiglio Comunale elettivo e una Giunta Municipale presieduta dal Sindaco, nominato dal re fra i consiglieri in carica. La Giunta era diretta espressione del Consiglio ed esercitava competenze di natura più ristretta e di carattere esecutivo. Nel 1926, con l'ordinamento comunale fascista, Consiglio, Giunta e Sindaco vennero sostituiti da un Podestà di nomina regia. Nel 1946 vennero ristabiliti i vecchi ordinamenti e con il passaggio alla Repubblica il sindaco fu nominato in seno alla Giunta. A seguito della Legge 81 del 25 marzo 1993 il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto, è membro del Consiglio e presiede e nomina la Giunta.sede Carmignanoarea geografica Carmignanocomplessi archivistici
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Comune postunitario di Montemurlo
forma autorizzata Comune postunitario di Montemurloestremi cronologici 1865 -storia Con la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 22 marzo 1865 n.2248, ed il relativo regolamento di attuazione dell'8 giugno, venne stabilita per la prima volta la struttura organizzativa del territorio nazionale, diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. Questi ultimi andarono a sostituire le amministrazioni comunitative preunitarie con un Consiglio Comunale elettivo e una Giunta Municipale presieduta dal Sindaco, nominato dal re fra i consiglieri in carica. La Giunta era diretta espressione del Consiglio ed esercitava competenze di natura più ristretta e di carattere esecutivo. Nel 1926, con l'ordinamento comunale fascista, Consiglio, Giunta e Sindaco vennero sostituiti da un Podestà di nomina regia. Nel 1946 vennero ristabiliti i vecchi ordinamenti e con il passaggio alla Repubblica il sindaco fu nominato in seno alla Giunta. A seguito della Legge 81 del 25 marzo 1993 il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto, è membro del Consiglio e presiede e nomina la Giunta.sede Montemurloarea geografica Montemurlocomplessi archivistici
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Conservatorio delle Pericolanti poi delle Scuole di Santa Caterina
forma autorizzata Conservatorio delle Pericolanti poi delle Scuole di Santa Caterinaestremi cronologici 1688 - 1973storia Istituito nel 1688 per volontà del Vescovo Gherardi al fine di accogliere fanciulle pratesi povere e derelitte, custodendole e provvedendo alla loro educazione. Il Conservatorio, le cui attività iniziarono nel 1708, ebbe sede nella soppressa chiesa di S. Tommaso alla Cannuccia. Nel 1786 venne trasferito nell'ex monastero di S. Caterina, e unito alle Scuole delle Maestre Pie, prendendo il nome di Conservatorio delle Scuole di S. Caterina. Nel 1813-1815, sotto il governo napoleonico, venne trasferito nel soppresso monastero di S. Vincenzo. Nelle Scuole, dove adesso venivano accolte anche alunne esterne, le ragazze imparavano un mestiere, generalmente legato alle attività manifatturiere cittadine, contribuendo così al mantenimento dell'istituto. Con motuproprio del 4 gennaio 1844 il Granduca ordinò l'unione dell'Istituto con le Scuole di Carità. Nel 1854 il soprintendente Gaetano Mochi chiamò alla direzione delle Scuole le Figlie della Carità di S. Vincenzo de' Paoli. E' stato chiuso negli anni '70 del sec. XX. L'estremo cronologico recente è attribuito.sede Pratoarea geografica Pratofonti Archivio Storico Pratese, Anno XXXV (1959), pp. 33-48.complessi archivistici
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Convento dei Servi di Maria
forma autorizzata Convento dei Servi di Mariaestremi cronologici secc. XIV-XVIIIstoria Su via Silvestri, preceduta dall'Oratorio di S. Orsola (XVII secolo), sorge la Chiesa dello Spirito Santo, che faceva parte del convento trecentesco dei Servi di Maria, soppresso a fine Settecento. I suoi locali, ristrutturati su progetto di Giuseppe Valentini, passarono alla parrocchia di S. Trinita, mentre alla Chiesa venne data l'attuale dedicazione.complessi archivistici
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Convento di S. Domenico
forma autorizzata Convento di S. Domenicoestremi cronologici 1283-storia Il convento e la Chiesa furono costruiti, dal 1283 al 1316 (nel 1300-1310 sotto la direzione di fra Mazzetto). A destra della facciata della chiesa c'è l'ingresso al convento, col vasto chiostro rinascimentale.complessi archivistici
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Convento di S. Maria del Carmine
forma autorizzata Convento di S. Maria del Carmineestremi cronologici sec. XIV-storia I bombardamenti del 1944 causarono il crollo dell'antica chiesa trecentesca del convento del Carmine, dedicata a S. Bartolomeo, che fu ricostruita su progetto di Ivo Lambertini, nel 1958.complessi archivistici
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Cristiani
forma autorizzata Cristianiestremi cronologici sec. XV - 1609storia Famiglia fiorita nel secolo XVI ma presente a Prato almeno dalla metà del precedente con un tal Jacopo di Giovanni. Nel 1609, Cosimo di Camillo Cristiani, non avendo discendenti, dette il proprio nome a Michele di Jacopo Salvi e ai suoi fratelli, e la famiglia Cristiani si estinse in quella dei Salvi Cristiani.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p.358.complessi archivistici
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Datini Francesco
forma autorizzata Datini Francescomercanteestremi cronologici 1363 - 16 agosto 1410storia Nato a Prato attorno al 1335 da Marco di Datino, mercante dell'arte dei tavernieri, perse i genitori nel 1348. Dopo aver frequentato varie botteghe a Firenze, dove apprese l'arte dei conti e della mercatura, nel 1350 si trasferì ad Avignone dove fu impiegato in varie aziende in qualità di garzone e poi di fattore. Dal 1363 compare in qualità di socio in tre società e nel 1373 è titolare di un'azienda mercantile individuale, affidata nel 1382 a Boninsegna di Matteo e Tieri di Benci. Rientrato a Prato nel giro di pochi anni dette vita a cinque nuclei aziendali mercantili a Pisa, Firenze, Prato, Genova, Barcellona, Valenza e Maiorca, due aziende industriali a Prato (Compagnia dell'Arte della Lana e Compagnia dell'Arte della Tinta) e un'azienda bancaria a Firenze anch'esse affidate a propri collaboratori distaccati in loco. Per la perdita di molti valenti collaboratori, dovuta alla peste del 1400, dovette chiudere le due aziende industriali e la compagnia bancaria, assieme con quelle di Pisa e Genova. Le altre aziende proseguirono fino al 1410, mentre quella di Firenze si protrasse fino al 1415. Suo erede universale fu il Ceppo dei poveri di Prato di Francesco di Marco (detto Ceppo nuovo).area geografica Prato, Firenze, Genova, Pisa, Avignone, Catalognalivello di completezza minimalfonti "Le lettere di Francesco Datini alla moglie Margherita (1385-1410), a cura di Elena Cecchi, Prato, Società Pratese di Storia Patria, 1990; Federigo Melis, "L'archivio di un mercante e banchiere trecentesco: Francesco di Marco datini da Prato", Roma, 1954; Federigo Melis, "Aspetti delle vita economica medievale: studi nell'archivio Datini di Prato", Siena, Monte dei Paschi, 1962; Federigo Melis, "Influenze datiniane nel sistema economico europeo: secoli XIV-XV", Prato, Rindi, 1954; Iris Origo, "Il mercante di Prato: Francesco di Marco datini", Milano, Bompiani, 1958.complessi archivisticicollegamenti esterniconsulta datini
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Delegazione di Governo di Prato
forma autorizzata Delegazione di Governo di Pratoestremi cronologici 1848-1865storia Le Delegazioni di governo vennero istituite a seguito delle riforme degli istituti giudiziari del biennio 1848-1849. Il Delegato di governo aveva specifiche funzioni di polizia e fungeva da pubblico ministero nei processi criminali istruiti dal Pretore. Con il passare del tempo le funzioni del Delegato di governo e del Pretore andarono sovrapponendosi ed entrambi svolsero sia processi civili che criminali.sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Figline, Pieve di S. Pietro Apostolo
forma autorizzata Figline, Pieve di S. Pietro Apostoloestremi cronologici sec. XII-storia Chiesa prioria con fonte battesimale, il cui nucleo iniziale, del XII secolo, fu rialzato tra fine Duecento e 1330, quando vennero costruiti il transetto e il campanile a torre. Repetti dice che l'edificio conserva nelle sue pareti alcuni affreschi del XV secolo ed una tavola raffigurante S. Pietro che riceve le chiavi. L'Opera è testimoniata dal 1661. Compagnie dipendenti: Compagnia del Ss. Rosario; Compagnia di S. Girolamo. Oratori dipendenti: Oratorio della Compagnia di S. Girolamo; Oratorio dell'Ascensione di Gesù Cristo, a Monteferrato.complessi archivistici
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Fratelli Razzoli S.p.A.
forma autorizzata Fratelli Razzoli S.p.A.estremi cronologici 1953 - 1980storia Costituita originariamente nel 1953 con la, denominazione di "Follatura, Rifinizione e Tintoria F.lli Razzoli", la società subì in seguito varie trasformazioni di ragione sociale, denominazione e partecipazione societaria, fino a che, il 19 dicembre 1974 si trasformò in S.p.A. assumendo l'attuale denominazione. La decisione di costruire un nuovo stabilimento, assai vasto per dimensioni, capacità e specializzazione produttiva fu forse alla base della successiva crisi, aggravata dalla crisi generale del settore che aveva colpito anche la Razzoli DKF, altra società di famiglia e principale fornitrice della F.lli Razzoli. L'azienda iniziò allora una ristrutturazione per ridurre la manodopera e vendere alcune attività, conservando la sola rifinizione del tessuti che ne aveva sempre costituito il nucleo più specializzato, data in affitto alla Razzoli S.r.l. di cui facevano parte anche altri imprenditori pratesi. Nel 1980 la F.lli Razzoli chiese il concordato preventivo per la liquidazione della società.sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Galciana, Propositura di S. Pietro
forma autorizzata Galciana, Propositura di S. Pietroestremi cronologici sec. XII-storia La chiesa - del XII secolo ma ripristinata tra Otto e Novecento - conserva all'interno dell'abside piacevoli affreschi del tardo Trecento, opera di Antonio Vite. Dipendente dalla pieve di S. Ippolito in Piazzanese. Ad essa fu unito il popolo di S. Paolo di Armignano che ne risulta ancora separato nel 1551. L'Opera è testimoniata dal 1567. E' divenuta prioria il 6 novembre 1680. Compagnie dipendenti: Compagnia della Ss. Concezione; Compagnia del Ss. Rosario; Compagnia di S. Maria della Neve; Compagnia del Corpus Domini; Congregazione di S. Giuseppe. Oratori dipendenti: Oratorio della compagnia della Ss. Concezione; Oratorio di S. Paolo.complessi archivistici
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Galli
forma autorizzata Gallicittadini pratesiestremi cronologici sec. XVI -storia A Prato sono sicuramente esistite più famiglie con questo cognome ma di origine diversa. Un certo Matteo di Michele, di probabile estrazione fiorentina, aveva in affitto, nel secolo XVI, alcuni terreni del Ceppo vecchio e la sua decima si trova iscritta nei registri della gravezza del 1621. Nel secolo XVI troviamo anche Alessandro di Francesco, muratore. Non chiari sono i collegamenti fra questi Galli e quelli che compaiono nelle decime settecentesche, fra i quali la famiglia di Antonio di Francesco, proprietario dell'Osteria dell'Angiolo in piazza Mercatale, ascritta alla cittadinanza pratese.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p. 378.complessi archivistici
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Gello, Chiesa di S. Bartolomeo
forma autorizzata Gello, Chiesa di S. Bartolomeoestremi cronologici sec. XII-1786storia Sorta forse nel XII secolo, costituiva uno dei popoli del distretto pratese. Fu soppressa nel 1786 e venduta a privati che la trasformarono in abitazione. Sono ancora riconoscibili i resti in un edificio ortogonale alla via di Gello. Repetti la dice traslata nel Settecento nell'oratorio di S. Maria del Soccorso, nel piviere di S. Giusto a Piazzanese. Compagnie dipendenti: Compagnia di S. Sebastiano; Congregazione dei Cento Uomini; Congregazione del Patrocinio di S. Giuseppe. Oratori dipendenti: Oratorio (attuale Propositura) di S. Maria del Soccorso.complessi archivistici
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Gini
forma autorizzata Gininobili pratesiestremi cronologici sec. XV -storia Originari della villa di Cavagliano, i Gini appartennero allo stesso ceppo dei Rinforzati e dei Bartolozzi. I componenti di questa consorteria furono, nei secoli XV e XVI, talmente numerosi che è molto difficile ricostruirne le linee genealogiche. I Gini sono presenti nel libro d'oro della nobiltà di Prato del secolo XVIII.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 384-385.complessi archivistici
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Giudicatura di Pace di Prato
forma autorizzata Giudicatura di Pace di Pratoestremi cronologici 1808 - 1814storia Con la legge dell'8 agosto 1808, il governo francese riformò il sistema giudiziario vigente in Toscana, razionalizzandolo e adeguandolo a quello Napoleonico. Tutti i tribunali del passato regime furono aboliti e le Corti criminali e di appello divennero i supremi istituti giudiziari. In ogniuno dei nove Circondari di sottoprefettura in cui erano suddivisi i tre Dipartimenti venne istituito un Tribunale di Polizia ed un Tribunale di prima istanza da cui dipendevano i Tribunali di polizia semplice e le Giudicature di Pace, che avevano soppiantato i vicariati nell'amministrazione periferica della giustizia. Il giudice di pace aveva competenze piuttosto circoscritte, sia in ambito civile che penale, limitate a sentenze che presupponevano una pena massima equivalente al valore di tre giorni di lavoro o una pena detentiva che non oltrepassasse i tre giorni di reclusione. Per i reati più gravi si passava ai tribunali superiori. La Giudicatura di Prato era compresa nell'ambito del Tribinale di Firenze.sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Gonfienti, Prioria di S. Martino
forma autorizzata Gonfienti, Prioria di S. Martinoestremi cronologici sec. XII-storia Di antica origine, fu ricostruita nel Duecento e trasformata tra Sette e Ottocento.complessi archivistici
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Grignano, Prioria di S. Pietro
forma autorizzata Grignano, Prioria di S. Pietroestremi cronologici sec. XII-storia Secondo il Repetti esistono presso Prato due località ugualmente denominate Grignano, una posta entro le mura cittadine e l'altra esternamente. Ambedue ebbero un antico monastero Vallombrosano dedicato a S. Maria. La chiesa di S. Pietro a Grignano, sorta alla fine del 1100, fu ristrutturata nel 1889 (con esterni neogotici), ma conserva l'abside originaria. Dal 1567 è testimoniata la presenza dell'Opera di S. Macario. Compagnie dipendenti: Compagnia dello Spirito Santo; Compagnia della Visitazione; Compagnia di S. Macario. Oratori dipendenti: Oratorio della compagnia dello Spirito Santo.complessi archivistici
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Immobiliare Prato S.p.A.
forma autorizzata Immobiliare Prato S.p.A.estremi cronologici 1961 - 1980storia Azienda di proprietà della famiglia Razzoli, si era costituita il 17 marzo 1961 come S.p.A. Per tutta la sua esistenza si occupò dell'acquisto degli immobili destinati agli stabilimenti della F.lli Razzoli e della sottoscrizione e garanzia dei mutui a favore della stessa, della quale in un primo tempo possedeva quasi l'intero capitale. Seguì le sorti della F.lli Razzoli quando questa andò in crisi, liquidando il proprio patrimonio immobiliare per far fronte alle perdite.sede Pratoarea geografica Partocomplessi archivistici
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Iolo (Aiolo), Pieve di S. Pietro
forma autorizzata Iolo (Aiolo), Pieve di S. Pietroestremi cronologici sec. XII-storia L'antica pieve di S. Pietro, rifatta o ampliata nel XII secolo, ha subito varie trasformazioni fino ai restauri dell'immediato dopoguerra, come mostra la facciata. Nel 1777 risulta unita al monastero delle Monache del Chiarito di Firenze. Dal 1567 risulta la presenza dell'Opera. Compagnie dipendenti: Compagnia della Ss. Assunta; Compagnia del Ss. Nome di Gesù. Oratori dipendenti: Oratorio della compagnia della Ss. Assunta.complessi archivistici
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Martelli
forma autorizzata Martellinobili pratesiestremi cronologici sec. XVIstoria Famiglia di origine fiorentina presente nel distretto pratese almeno dalla prima metà del XVI secolo fu ammessa alla nobiltà di Prato posteriormente al 1779. Fra gli altri membri ricordiamo Italo Martelli, attivo nell'ambito della Croce Rossa Italiana durante la seconda guerra mondiale e autore di diari teatrali, e il dottor Giuseppe Martelli, capitano di artiglieria e volontario nella guerra del 1915-1918. Richiamato alle armi nel 1943 morì il 5 maggio 1945 nel campo di prigionia tedesco di Versen.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968; Cesare Guasti, "Bibliografia pratese compilata per un da Prato", Prato, Giuseppe Pontecchi, 1844, ristampa anastatica per la Forni editore di Bologna, pp. 139-141.complessi archivistici
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Martini
forma autorizzata Martininobili pratesiestremi cronologici sec. XVIII - sec. XIXstoria Famiglia ammessa alla nobiltà pratese nel 1818 della quale è considerato capostipite Giuseppe di Lorenzo, attivo nell'arte della lana dal 1740. Dei figli di Giuseppe, Antonio, Lorenzo e Bartolomeo, il più noto è sicuramente Antonio (1721-1809) che fu rettore del Convitto della Superga, consigliere del re Carlo Emanuele e arcivescovo di Firenze. Ma anche gli altri due figli e i loro discendenti occuparono pubblici uffici e si distinsero per lo sviluppo dato all'industria e per pie elargizioni. La famiglia si estinse alla fine dell'Ottocento con Lorenzo di Vincenzo, morto senza eredi.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 421-422; Cesare Guasti, "Bibliografia pratese compilata per un da Prato", Prato, Giuseppe Pontecchi, 1844, ristampa anastatica per la Forni editore di Bologna, pp. 141-147; Ruggero Nuti, "L'Archivio della famiglia Martini" in Archivio Storico Pratese, anno XVII, fasc. 2, 1939, pp. 87-89.complessi archivistici
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Mazzoni
forma autorizzata Mazzoninobili pratesiestremi cronologici 1819 - 1949storia Famiglia ascritta alla cittadinanza pratese nel 1819 e promossa al rango di nobile nel 1831, di cui è considerato capostipite Vincenzo di Giuseppe, nato a Firenze nel 1740 e morto il 3 agosto 1847, benemerito dell'industria laniera per aver introdotto e perfezionato a Prato, intorno al 1785, in società con Gioacchino Pacchiani, la fabbricazione dei berretti rossi di tipo levantino. Tra i figli di Vincenso ricordiamo Gaetano, medico radiologo che esercitò a Firenze ai primi dell'Ottocento, di cui si conserva un ricco carteggio con il fratello Lazzaro che aveva invece continuato ad amministrare la fabbrica di famiglia, scritto in occasione dei suoi frequenti viaggi in Italia e soprattutto in Maremma. La famiglia si estinse nel 1949 alla morte dell'ultimo discendente, Emilio Martini-Zarini, insigne pittore e acquafortista.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 426-427; Luigi Mazzoni, "Un viaggiatore toscano dei primi dell'800", Firenze, 1938; Ruggero Nuti, "Il Monumento a Vincenzo Mazzoni nel chiostro di San Francesco", in Archivio storico Pratese, XIII (1935), pp. 69-75; Luigi Mazzoni, "Vincenzo Mazzoni (1740-1820) e la fabbrica dei berretti alla levantina. Notizie raccolte dall'epistolario della famiglia Mazzoni", in Archivio Storico Pratese, XII (1934), pp. 49-59.complessi archivistici
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Mercerie Mariano Nieri
forma autorizzata Mercerie Mariano Nieriestremi cronologici 1898 -sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Meucci
forma autorizzata Meuccinobili pratesiestremi cronologici sec. XVI prima metà - 1826storia Famiglia formatasi nella prima metà del XVI secolo, raggiunse ai primi del Seicento una buona situazione economica, testimoniata dalle decime dell'epoca. I Meucci ricoprirono fino da allora le più importanti cariche nella vita politica pratese, tanto da passare, agli inizi del '700 dal rango dei cittadini a quello dei nobili. Il ramo nobiliare dei Meucci si estinse nel 1826 con Gaetano di Ferdinando.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p. 429; Cesare Guasti, "Bibliografia pratese compilata per un da Prato", Prato, Giuseppe Pontecchi, 1844, ristampa anastatica per la Forni editore di Bologna, p. 297.complessi archivistici
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Mezzana, Chiesa di S. Pietro
forma autorizzata Mezzana, Chiesa di S. Pietroestremi cronologici sec. XII-storia L'antica chiesa parrocchiale, esistente nel XII secolo, venne demolita per far posto all'attuale, su progetto di padre Raffaello Franci. Compagnie dipendenti: Compagnia della Concezione della Beata Maria Vergine; Compagnia del Ss. Rosario; Confraternita di S. Rocco. Oratori dipendenti: Oratorio della Compagnia della Concezione della Beata Maria Vergine.complessi archivistici
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Miniati
forma autorizzata Miniatiestremi cronologici secc. XVI - XVIIIstoria Nelle fonti si trova citata per la prima volta questa famiglia nel 1517 quando un tale Puccio o Duccio di Giovanni di Antonio, calderaio, è nel novero degli artefici che sottoscrissero una supplica per la "manutenzione delle arti". Cittadino fiorentino, nel 1543 viene addecimato fra i "salvatici", possedeva un notevole patrimonio immobiliare costituito da poderi, terre, case e botteghe. Grazie proprio alle ricchezze accumulate nel 1579 Giovanni di Duccio fu fatto dal granduca cavaliere di S. Stefano. Lo stesso Giovanni fu autore della prima guida di Prato, pubblicata nel 1596. I discendenti di Giovanni ottennero le cariche di priore e gonfaloniere. La famiglia Galli si estinse probabilmente nel secolo XVIII con Vincenzo di Cristiano.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 435-436.complessi archivistici
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Modesti
forma autorizzata Modestiestremi cronologici secc. XV - XVIIstoria Capostipite di questa casata fu Andrea di Simone da Carmignano che nel corso del XV secolo si inurbò a Prato per esercitarvi l'arte della lana. Alla fine del '400 il patrimonio della famiglia era divenuto assai cospicuo e costituito da case e terre poste nel comune di Carmignano e nei contadi di Pistoia e Prato e da una bottega di lane a porta Tiezzi. Fra i personaggi di maggior rilievo citiamo Iacopo di ser Michele (1463-1530), notaio delle Riformagioni della Repubblica fiorentina, che ebbe la cattedra di istituzioni civili a Pisa, al quale i Medici concessero di fregiare lo stemma familiare di tre palle. L'ultimo rappresentante dei Modesti fu Michele di ser Francesco, che fece testamento nel 1630.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p. 437.complessi archivistici
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Monastero di S. Clemente
forma autorizzata Monastero di S. Clementeestremi cronologici 1515-storia Quasi l'intero lato destro di via S. Vincenzo costituiva il monastero di S. Clemente, fondato nel 1515 da tredici monache che avevano abbandonato il convento benedettino di S. Michele per aderire all'ordine domenicano seguendo la riforma del Savonarola. Il primo nucleo del convento sorse su edifici donati da Baldo Magini e si sviluppò nel corso del secolo, con la Chiesa annessa. Dopo una ristrutturazione a metà del Settecento il monastero venne trasformato nel 1785 dal Granduca in conservatorio per le fanciulle del secondo ceto e accolse le suore dei soppressi monasteri agostiniani di S. Trinita e S. Matteo. Sotto la dominazione napoleonica il conservatorio fu trasferito in S. Niccolò e il complesso venne utilizzato (1815) da una comunità francescana nella quale confluirono, nel 1849, le monache benedettine di S. Michele, convento dal quale si era originato quello di S. Clemente. Nel 1866 i locali passarono al Comune che nel 1896 rivendette parte del complesso alle monache che tuttora lo abitano.complessi archivistici
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Monastero di S. Matteo
forma autorizzata Monastero di S. Matteoestremi cronologici 1334-1786storia Fondato dal Comune nel 1334, accolse inizialmente ragazze traviate o ex prostitute, divenendo poi monastero agostiniano. Venne soppresso nel 1786 e le monache spostate nel Monastero di S. Clemente. Annesso al monastero c'era una Chiesa.complessi archivistici
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Monastero di S. Trinita
forma autorizzata Monastero di S. Trinitaestremi cronologici 1506-1786storia L'isolato tra le attuali via S. Trinita e le vie Atto Vannucci e Silvestri era occupato fino all'inizio del Settecento dal Monastero di S. Trinita. Una Chiesa parrocchiale sotto quel titolo, esistente dal XII secolo, fu unita nel 1511 al monastero agostiniano che, per concessione del Comune nel 1506, il sacerdote fiorentino Pietro Domizi aveva fondato a fianco della chiesa. Il monastero, tra i più poveri della città, fu soppresso dal vescovo Ricci e poi trasformato in abitazioni.complessi archivistici
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Monastero di Santa Caterina
forma autorizzata Monastero di Santa Caterinaestremi cronologici 1480 - 1783storia Nel 1480 Paola, vedova di Antonio Vernati, riunì sotto la regola di Santa Caterina da Siena i resti delle pinzochere domenicane, che fino dal sec. XIII erano esistite a Prato. Da questa comunità ebbe origine il monastero che fino al 1507 ebbe sede in via di Valdogora, quando si trasferirono nella sede poi adibita a Conservatorio, dove permasero fino alla soppressione, operata dal vescovo Scipione de' Ricci nel 1783. Con la soppressione il locale e parte dei beni del monastero passarono in proprietà dell'Ospedale della Misericordia e Dolce.sede Pratoarea geografica Pratofonti "Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia diretta da Luigi Schiaparelli", vol. I, Provincia di Firenze, parte I, Prato, a cura di R. Piattoli, Roma, La Libreria dello Stato, 1932, p. 54.complessi archivistici
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Monte di Pietà o Monte Pio di Prato
forma autorizzata Monte di Pietà o Monte Pio di Pratoestremi cronologici 1476 - sec. XX seconda metàstoria Il Monte di Pietà fu aperto nel 1476 per alleviare i pratesi dal fenomeno dell'usura. Nel 1512, quando fu spogliato di ogni suo avere in occasione del sacco della città e chiuso, aveva accumulato un capitale di oltre 10.000 ducati. Fu riaperto nel 1524 grazie a 1.000 ducati d'oro avuti da papa Clemente VII e da altri 500 donati da Baldo Magini. Aveva sede nei locali al piano terreno del Palazzo Pretorio. Dopo un periodo di notevole floridezza, dutato fino a tutto il XVI secolo, ebbe inizio una lenta e progressiva decadenza. Un'ulteriore grave crisi si verificò agli inizi dell'Ottocento quando, in occasione dell'avvento dei francesi, avendo il Monte dovuto restituire gratuitamente una grandissima quantità di pegni, rimase senza disponibilità finanziarie. Ciò ne provocò una nuova chiusura nel 1821. riaperto poco dopo, è rimasto in funzione fino ad anni recenti.sede Pratoarea geografica Pratofonti Giulio Giano "Saggio di una Storia del Monte Pio del Comune di Prato", in Archivio Storico Pratese, Anno VII (1927), fascc. III-IV, pp. 97-148; AA.VV. "Storia di Prato secolo XIV-XVIII", vol. II, Prato, edizioni Cassa di Risparmi e Depositi, 1980, pp. 41 e segg.complessi archivistici
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Montemurlo, Propositura del Sacro Cuore di Gesù
forma autorizzata Montemurlo, Propositura del Sacro Cuore di Gesùestremi cronologici sec. X-storia Attestata con vari titoli dal X sec. e documentata dal XVI con quello di S. Giovanni Decollato. Con decreto del vescovo Debernardi del 1937 divenne propositura e con quello del vescovo Longo Dorni del 1977 le fu aggregato il territorio della soppressa parrocchia di S. Pietro ad Albiano e tolto quello della nuova parrocchia di Oste. Dopo il 1945 la parrocchia è stata trasferita nella nuova chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Opera testimoniata dal 1575. Compagnie dipendenti: C. del Corpus Domini; C. dell'Ann.ne della B.M.V.; C. di S. Sebastiano; C. dell'Ass.ne della B.M.V.; C. del Ss. Rosario. Oratori dipendenti: O. della C. del Corpus Domini; O. della C. dell'Ass.ne della B.M.V.; O. di S. Niccolò; O. di S. Carlo, O. di S. Giustino; O. di S. Francesco; Ospedale di S. Concordio a Barzano; O. della C. di S. Sebastiano; O. di S. Antonio da Padova alla Villa del Barone di Bagnolo; O. di S. Domenico al Pantano; O. di S. Domenico; O. di S. Girolamo a Parugiano; O. della Ss. Ann.ne alla Villa del Barone di Bagnolo.complessi archivistici
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Narnali, Prioria di S. Maria
forma autorizzata Narnali, Prioria di S. Mariaestremi cronologici sec. XIV-storia Secondo il Repetti una pergamena del vescovado di Pistoia del 27 giugno 1341 farebbe supporre che questa chiesa corrispondesse a quella della soppressa pieve di S. Paolo a Petriccio. Nella seconda metà del XX secolo l'antica parrocchiale, situata lungo via Pistoiese, con modesta struttura seicentesca e campanile a torre del 1858, è stata sostituita da una nuova vasta chiesa, tipico progetto di padre Raffaello Franci (1956-58). Compagnie dipendenti: Compagnia di S. Maria Maddalena Penitente; Compagnia di S. Macario; Centuria di S. Antonio. Oratori dipendenti: Oratorio della compagnia di S. Maria Maddalena Penitente.complessi archivistici
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Novellucci
forma autorizzata Novelluccinobili pratesiestremi cronologici sec. XIV - sec. XIXstoria Questa famiglia, ammessa per effetto della legge del 1750 al patriziato fiorentino ed alla nobiltà pratese, viene fatta risalire ad un Novelluccio di Jacopo il cui figlio, messer Bartolo, medico, è allibrato nel 1325 fra quelli di Porta Gualdimari. Il figlio di Bartolo, Iacopo, che si dedicò alla professione paterna e prese dimora a Firenze, venne eletto nel 1358 a leggere fisica e chirurgia nell'università di Firenze. I Novellucci ebbero il patronato di vari benefici ecclesiastici fra i quali quelli sulla Chiesa di San Bartolomeo a Coiano, sulla Chiesa di San Martino a Paperino, sulla cappella dei SS. Jacopo e Margherita in Duomo, sul Canonicato dei Cicognini e sulla Chiesa di Santa Lucia in Monte. Possedettero inoltre numerosi beni in città e nelle frazioni di Gricigliana, Galceti, Poggiolino, Luicciana e Pieve di Iolo. I Novellucci si estinsero nel XIX secolo in Giuditta, moglie di Silvio Banci Buonamici, alla cui famiglia rimase l'archivio.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 441-442; Ruggero Nuti, "Archivio del Comune. Nuove accessioni" in Archivio Storico Pratese, anno XIX, fasc. 3-4, 1941, seconda e terza di copertina.complessi archivistici
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Opera Nazionale Dopolavoro di Prato
forma autorizzata Opera Nazionale Dopolavoro di Pratoestremi cronologici 1925 - 1945storia Istituite con RD del 1 maggio 1925, poi convertito nella Legge n.562 del 18 marzo 1926, le opere nazionali dopolavoro furono l'organo preposto dal Partito Nazionale Fascista all'organizzazione e al controllo del tempo libero dei lavoratori e delle loro famiglie. Esse assorbirono nella propria struttura tutte le precedenti forme di associazionismo. Nel 1945 vennero soppresse e sostituite dall'ENAL (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori) sotto la direzione di un Commissario di nomina governativa.sede Pratoarea geografica Pratocomplessi archivistici
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Organi poi Organi-Calvi
forma autorizzata Organi poi Organi-Calvinobili pratesiestremi cronologici secc. XIV seconda metà - XVIIIstoria Famiglia originaria di Galciana, il ramo pratese degli Organi ebbe origine da un Paolo di Piero, fornaio, vissuto nella seconda metà del XIV secolo. Dal mestiere di uno dei figli di Paolo, Matteo, famoso "magister orghanorum" ebbe origine il cognome familiare. Con testamento del 10 maggio 1632 Germanico di Salvestro e di Cammilla degli Organi lasciò nome e sostanze a Andrea di Alessandro degli Organi dando origine al ramo Organi-Calvi. Per effetto della legge del 1750 furono ammessi alla nobiltà di Prato. Ultimo discendente della famiglia fu probabilmente il canonico Roberto del conte Francesco, registrato nella decima del 1776.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, pp. 442-443.complessi archivistici
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Ospedale della Misericordia di Prato
forma autorizzata Ospedale della Misericordia di Pratoestremi cronologici sec. XIII inizi - 1545storia Fondato presso Porta Fuia agli inizi del Duecento, pochi anni più tardi appare già ben strutturato e funzionante con una "famiglia" guidata da un priore eletto a vita e composta da frati, oblati e conversi. In questo periodo l'attività dell'Ospedale si limitava all'assistenza dei poveri e dei pellegrini, ma già alla metà del secolo è testimoniata l'accoglienza di bambini abbandonati. Con il passaggio sotto la giurisdizione del Comune, che avocò a se la nomina degli spedalinghi e il controllo dell'organizzazione interna e della gestione patrimoniale, l'ospedale si distinse ben presto per ricchezza di patrimonio, ricchezza legata soprattutto ai cospicui lasciti ed ai vantaggi e privilegi concessi. Tuttavia, dagli inizi del Cinquecento, la Misericordia subì un notevole tracollo economico, legato in particolare al sacco del 1512 operato dalle truppe spagnole. Proprio per rimediare a tale dissesto nel 1545 il granduca Cosimo I Medici ne decretò l'unificazione con l'Ospedale di San Silvestro.sede Pratoarea geografica Pratofonti Giuseppe Bologni, "Gli antichi spedali della Terra di Prato. Lo Spedale della Misericordia", vol. II, Masso delle Fate, Firenze, 1995; Francesca Carrara, Maria Pia Mannini, "Lo Spedale della Misericordia e Dolce di Prato. Storia e collezioni", Masso delle Fate, Firenze, 1993.complessi archivistici
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Ospedale della Misericordia e Dolce di Prato
forma autorizzata Ospedale della Misericordia e Dolce di Pratoestremi cronologici 1545 -storia Istituito nel 1545 dall'unificazione, voluta dal granduca Cosimo I Medici, dei due maggiori ospedali cittadini, venne sottoposto al controllo del Comune di Prato. Il Comune amministrò l'ospedale fino alla fine del sec. XVI quando il governo passò ai Capitani dell'Ospedale di Santa Maria del Bigallo di Firenze. L'ospedale continuò le attività si assistenza agli infermi e di accoglienza ai bambini abbandonati che era stata propria dei due più antichi istituti. Nel 1788 Pietro Leopoldo, dopo aver assegnato all'ente le rendite del soppresso monastero di Santa Caterina di Prato, ordinò che la giurisdizione sopra l'ospedale tornasse al Comune. nel 1895, quando il fenomeno dell'abbandono aveva ormai assunto proporzioni meno drammatiche, l'ospedale cessò l'attività di orfanotrofio, raccolta da altri istituti cittadini. L'ente ospedaliero è tutt'oggi attivo.sede Pratoarea geografica Pratofonti Francesca Carrara, Maria Pia Mannini, "Lo Spedale della Misericordia e Dolce di Prato. Storia e collezioni", Masso delle Fate, Firenze, 1993.complessi archivistici
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Ospedale di San Silvestro detto del Dolce di Prato
forma autorizzata Ospedale di San Silvestro detto del Dolce di Pratoestremi cronologici sec. XIII metà - 1537storia Fondato nei pressi di Porta Tiezi alla metà del sec. XIII da Dolce de' Mazzamuti, venne sottoposto fino da allora al controllo diretto del Comune di Prato. Non sappiamo se all'epoca l'ospedale, a fianco della consuete attività di assistenza agli ammalati ed ai pellegrini, svolgesse anche quella di accoglienza di bambini abbandonati, sicuramente praticata dagli inizi del Quattrocento e che ne diverrà l'attività principale. L'ospedale era amministrato da due rettori, eletti dagli Otto di Prato, ai quali spettava la nomina del camarlingo, cui era affidata la gestione economica e la tenuta dei registri contabili. Dopo un primo periodo di notevole sviluppo, dovuto soprattutto ai lasciti ed alle donazioni, l'oespedale subì un notevole tracollo economico, legato in particolare al sacco del 1512 operato dalle truppe spagnole. Proprio per rimediare a tale dissesto il granduca Cosimo I Medici, che già nel 1537 ne aveva ordinato la chiusura, ne decretò l'unificazione con l'Ospedale della Misericordia.sede Pratoarea geografica Pratofonti Francesca Carrara, Maria Pia Mannini, "Lo Spedale della Misericordia e Dolce di Prato. Storia e collezioni", Masso delle Fate, Firenze, 1993. Giuseppe Bologni, "Gli antichi spedali della Terra di Prato", vol. I, Masso delle Fate, Firenze, 1994.complessi archivistici
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Pacini
forma autorizzata Pacinicittadini pratesiestremi cronologici sec. XVIIIstoria Famiglia presente a Prato almeno dal XVIII secolo era proprietaria di un forno in via Guizzelmi. Il suo membro più noto è il canonico e provicario Pietro di Francesco, figura legata al movimento riformatore del vescovo Ricci con il quale intrattenne un lungo rapporto epistolare tra il 1787 ed il 1791. Con testamento del 1788 istituì suo erede il nobile Francesco Novellucci al quale passò parte dell'archivio familiare.area geografica Pratofonti Enrico Fiumi, "Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni", Firenze, Leo S. Olschki editore, 1968, p. 445; Aldo Petri, "Scipione de' Ricci ed i pratesi. Carteggio con il provicario canonico Pietro Pacini", in Archivio Storico Pratese, anno XXXIII, 1957, pp. 33-116; anno XXXIV, 1958, pp. 29-70; anno XXXV, 1959, pp. 51-103; Ruggero Nuti, "Archivio del Comune. Nuove accessioni" in Archivio Storico Pratese, anno XX, fasc. 1, 1942, p. 38.complessi archivistici