Ospizio degli Incurabili o Ospizio Meucci
contenuto Con testamento del 6 dicembre 1823, rogato dal notaio Chelli, Gaetano di Ferdinando Meucci, dopo aver nominato esecutori testamentari Cosimo, Pietro e Marianna Ulivelli, li obbliga a utilizzare la propria eredità per istituire nella città di Prato un Ospizio finalizzato all'accoglienza di uomini e donne indigenti, di età superiore ai 60 anni e affetti da patologie croniche e incurabili (cecità, arteriosclerosi, senilità) che li rendevano bisognosi di cure continue.
Secondo quanto disposto dal testatore, l'Ospizio doveva essere istituito in due stanze interne alla "fabbrica" dell'Ospedale della Misericordia e Dolce ma separate dalle altre camere.
Con i proventi del patrimonio Meucci, tali stanze sarebbero state fornite di tutto l'occorrente e vi sarebbe stato accolto un numero di infermi stabilito di volta in volta dai Sovrintendenti in proporzione alla rendità dell'eredità e comunque in numero uguale per uomini e donne.