contenuto Alla sua morte, Francesco di Marco Datini lasciò gran parte del suo cospicuo patrimonio ad una istituzione benefica di nuova fondazione, la "Casa e Cieppo de' poveri di Francesco di Marco". La fondazione, che il Datini volle che non non fosse "in niuno modo sottoposta alla Chiesa o ecclesiastici uffici o prelati ecclesiastici o altra persona ecclesiastica", doveva essere gestita da quattro "terrazzani" nominati dal Comune.
Ebbe come sede lo stesso Palazzo Datini, dove il mercante aveva abitato, e al cui mantenimento era tenuta a provvedere.
In quegli stessi anni accanto a questa istituzione, chiamata il "Ceppo nuovo", operava in Prato un altro ente assistenziale, detto il "Ceppo Vecchio", fondato nel 1283.
Dopo il sacco del 1512, i due enti si trovarono gravemente indebitati e nel 1537 vennero chiusi.
Ma il 13 giugno 1545, Cosimo I de' Medici li riaprì, riunificandoli in una istituzione nuova, chiamata, appunto "Casa Pia de' Ceppi". L'istituzione, tuttora esistente, ha svolto ininterrottamente attività di tipo assistenziale, intervenendo anche in maniera significativa, durante il corso dei secoli, nella realizzazione e mantenimento di opere d'arte, soprattutto nella Chiesa di San Francesco, che al Datini fu particolarmente cara.
Nei primi decenni del '900, il suo intervento tipico era quello di sostegno alle famiglie disagiate, attraverso la distribuzione di latte per i neonati e la cura dei bambini nella primissima infanzia.