Patrimonio Ecclesiastico di Prato

forma autorizzata Patrimonio Ecclesiastico di Prato
estremi cronologici 1783 - 1795
storia Istituito dal Granduca Pietro Leopoldo con i motupropri del 22 luglio 1783 e del 29 agosto 1784, a seguito della politica riformatrice attuata in campo ecclesiastico su ispirazione del vescovo di Pistoia e Prato Scipione de' Ricci, fu concepito come un nuovo istituto in cui concentrare le rendite patrimoniali delle opere parrocchiali e di alcuni conventi soppressi, per servire ai bisogni del culto all'interno della diocesi. Dopo la generale soppressione della compagnie laicali, avvenuta a seguito del motuproprio del 21 marzo 1785, Il Patrimonio ecclesiastico accolse anche i loro patrimoni ed archivi. Dal 1788 esso fu unito, quanto all'amministrazione, al Patrimonio ecclesiastico di Pistoia e, nel 1795, l'amministrazione residua scorporata (Resti del Patrimonio Ecclesiastico) e gli archivi vennero passati alla Casa Pia dei Ceppi. profilo istituzionale da rivedere
sede Prato
area geografica Prato
fonti Carlo Fantappiè, "Riforme ecclesiastiche e resistenze sociali. La sperimentazione istituzionale nella diocesi di Prato alla fine dell'antico regime", Bologna, Il Mulino, 1986; "Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia diretta da Luigi Schiaparelli", vol. I, Provincia di Firenze, parte I, Prato, a cura di R. Piattoli, Roma, La Libreria dello Stato, 1932, pp. 45-72; F. Cammeo, "I patrimoni ecclesiastici diocesani in Toscana secondo la legislazione di Leopoldo I e i loro <<Resti>>", in "Giurisprudenza italiana", n. 66, 1914, parte III, pp. 1-23; Angiolo Badiani, "Sullo scioglimento dei patrimoni ecclesiastici in Toscana" in "Atti della Società Colombaria di Firenze degli anni 1928-1929", Firenze, 1930, pp. 324-331; Angiolo Badiani, "I <<Resti>> del Patrimonio Ecclesiastico di Prato", Prato, Società Lito-Tipografica Pratese, 1908.